E’ possibile far rivivere un mito senza intaccarne l’originalità? Ecco come abbiamo eseguito il restauro di Volkswagen T1 e T2.

UN RESTAURO ICONICO

Il Volkswagen T1 e il modello successivo T2 (presenti allo stand di Fioravanti Motors al Motor Bike Expo 2020) hanno rappresentato un punto di svolta nel mondo dell’automotive a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 diventando l’icona della libertà di viaggiare. Proprio per questo significato iconico, i minivan Volkswagen rappresentano un oggetto di culto tra i collezionisti di auto o tra chi semplicemente vuole rivivere quelle atmosfere. Riportare a nuova vita un Volkswagen T1 o un T2 è uno dei nuovi obiettivi di Fioravanti Motors, portato avanti attraverso i propri fidati collaboratori. Ecco le diverse fasi del progetto di restauro che hanno portato ad un importante riconoscimento da parte delle istituzioni di riferimento in Germania.

1. CARROZZERIA

Prima di tutto, il Volkswagen oggetto di restauro viene controllato a livello di carrozzeria e telaio. In questa fase ci assicura che non vi sia ruggine e, qualora venisse riscontrata, si procede a ricostruire da zero l’intera parte interessata. In questo modo si assicura la massima conservazione e soprattutto sicurezza del veicolo.

2. MOTORE

In seguito, si analizza lo stato del motore per valutarne l’usura delle sue componenti. Qui i tecnici specializzati possono ricondizionare o ricostruire in tutto o in parte il motore oppure, in casi più estremi, sostituirlo con un nuovo propulsore originale. E’ bene notare che il motore utilizzato in quest’ultimo caso non è di tipo moderno, ma costruito secondo gli standard dell’epoca in modo da preservarne completamente l’originalità.
Il restauro procede con la verniciatura applicato i rivestimenti protettivi sulla carrozzeria per elevare la qualità e la precisione del lavoro.

3. INTERNI

 

Una fase molto delicata del restauro del Volkswagen T1/T2 è sicuramente quella degli interni. A seconda dello stato dell’abitacolo e della tappezzeria, si valuta insieme al cliente se è opportuno restaurare o acquistare a nuovo le diverse parti. In quest’ultima situazione vengono presi in considerazione solo accessori e colori originali presenti in listino all’epoca.
Una volta messi a posto gli interni, si procede col posizionamento dei sedili e l’installazione di altre parti come i finestrini e il parabrezza e gli indicatori, oltre ovviamente al collegamento del motore con le diverse parti meccaniche.

4. PROVA SU STRADA E CERTIFICAZIONE DEL TUV

Naturalmente, prima di essere messo in commercio, il veicolo restaurato viene provato su strada da un collaudatore esperto per valutare eventuali problemi e apportare le modifiche del caso.
L’auto restaurata viene inviata in Germania per il riconoscimento da parte del TUV (un’istituzione di giudici esperti nel riconoscimento delle auto d’epoca) che valuta il livello di qualità del restauro e il valore dell’auto.
Il restauro del Volkswagen T1:

 

Il restauro del Volkswagen T2: