Fioravanti Motors, concessionaria specialista di fuoristrada, pick-up, SUV e supercar americane dal 1985 e distributore e importatore per l’Italia dei marchi Chrysler, Chevrolet, Dodge, Ford, GMC, Toyota, Shelby e Lincoln presenta il primo Ford Bronco Raptor importato in Italia e uno dei primi in assoluto in Europa.

 

 

 

 

Estremo fin dal primo sguardo

Il Ford Bronco Raptor è semplicemente il fuoristrada più estremo mai concepito dall’Ovale Blu.

Costruito utilizzando la tecnologia e il know-how maturati grazie alle tre generazioni di F-150 Raptor, il Bronco porta con sé tantissime soluzioni per affrontare ogni terreno con la massima disinvoltura. Dotato di oltre 400 CV, è il rivale naturale della Jeep Wrangler 392 con motore V8.

L’estetica del Bronco Raptor è fortemente influenzata dall’aggressività delle “sorelle” F-150 e Ranger. Il Ford punta sulla massima dominanza con una larghezza aumentata di 25 cm rispetto al modello quattro porte di partenza. Le dimensioni XL sono determinate da nuovi assali più performanti pensati per allargare l’impronta a terra e la stabilità alle alte velocità. Da ciò sono derivati i nuovi voluminosi passaruota e il design rivisto dei paraurti anteriori e posteriori.

Non passano inosservati nemmeno gli pneumatici da 37″ BF Goodrich KO2 all-terrain, i più grandi ad essere montati su un SUV americano. In più, sono stati aggiunti ganci traino anteriori luci fendinebbia Rigid, oltre alle immancabili grafiche “Raptor” che aumentano ulteriormente la personalità del fuoristrada su cofano e fiancate.

10 le tinte disponibili: Hot Pepper Red Metallic, Velocity Blue Metallic, Eruption Green Metallic, Shadow Black, Iconic Silver Metallic, Area 51, Cactus Gray, Cyber Orange Metallic Tri-coat, Oxford White e Code Orange.

 

 

 

Interni sportivi

Gli interni del Ford Bronco Raptor puntano tutto su carisma e tecnologia. A differenziare l’abitacolo rispetto alle altre versioni sono gli inserti Code Orange sui sedili e i pannelli rivestiti in pelle Black Onyx. Il volante ha la corona più spessa per un’impugnatura più sportiva e sono state aggiunti i paddles per cambiate ancora più rapide come sulle supercar.

Il quadro strumenti è composto da uno schermo digitale da 12″ con tante informazioni utili anche per orientarsi nel fuoristrada. Al centro della plancia, invece, c’è il touchscreen da 12″ del sistema d’infotainment Sync 4, dal quale si visualizzano navigazione, connettività e telecamere a 360°. La dotazione si può completare ulteriormente aggiungendo l’impianto audio B&O da 10 altoparlanti e il cruise control adattativo.

Naturalmente, anche nel Bronco Raptor è possibile rimuovere del tutto portiere e tettuccio per viaggi a stretto contatto con la natura.

 

 

 

 

Forma e sostanza da fuoristrada

Il Bronco Raptor conferma (e migliora) il telaio a longheroni, adatto ad affrontare gli sforzi più intensi e le sessioni di guida più estreme nel fuoristrada. Ford ha aumentato la rigidità torsionale del 50% rispetto al modello di base, mentre il comparto delle sospensioni è stato riprogettato. Il Bronco più estremo è equipaggiato con ammortizzatori HOSS con Fox Internal Bypass dell’F-150 Raptor che adeguano il proprio assetto in modo indipendente circa 500 volte al secondo.

Come detto, gli assali sono stati sostituiti con una versione derivata dal Bronco DR da competizione e l’altezza da terra è cresciuta fino a 33 cm. Gli altri interventi hanno riguardato la trazione integrale, il cambio automatico a 10 rapporti e la gestione delle 7 modalità di guida. A tal proposito, la personalizzazione è totale sul Bronco Raptor, dato che è possibile scegliere anche la tonalità degli scarichi tra i sound Normal, Sport, Quiet e Baja.

Sotto al cofano, Ford Performance ha utilizzato un 3.0 V6 biturbo EcoBoost da oltre 400 CV derivato (coi giusti adeguamenti ed evoluzioni) dalla Explorer ST. Per arrivare a questa potenza, il marchio americano ha rivisto i sistemi d’aspirazione e raffreddamento aumentando la resistenza del propulsore alle temperature più estreme.

Il prezzo di listino USA è vicino ai 70.000 dollari, ma per l’importazione in Italia ricordiamo che è necessario considerare una serie di spese fisse (ne parliamo nel nostro approfondimento).